Cupido

scritto da Ivan Catanzaro
Scritto 3 anni fa • Pubblicato 2 mesi fa • Revisionato 2 mesi fa
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Autore del testo Ivan Catanzaro

Testo: Cupido
di Ivan Catanzaro

CUPIDO

Pieni di problemi

Pieni di dolori

Pieni di ferite

Promesse tradite

A pezzi in terra

È questo l'amore?

O questa la guerra?

Stanchi di patire

È meglio partire!

solo un errore

Subentra la vile tentazione

Nella letale disperazione

Nella notte della vita nera

Solo, rapito dalla paura

Abbagli sulla via sì cara

Luci fosforescenti in aria

La mente debole si ammalia

Quando ora hai perso tutto

Quando tutto tu hai distrutto

È facile cadere nel pozzo

Dove i desideri dannati

Rimbombano, i dimenticati

E trovi casa tra i nomadi

Rigettati, ogni luogo vaghi

Loro protendono una mano

Il tuo pensiero si fa fiero

Io son come loro straniero

Vedo in te un fratello vero

Sì, le tue storie sono le mie

I tuoi molti tagli le mie vie

Le tue parole son memorie

Di un passato dimenticato

La tua scrittura, mie storie

Mo sono a casa, accettato

E l'immagine sovente qui mi appare di quel bianco angelo

È il suo divino viso di musa, di Venere come il Cielo

Bellissimo, di una luce tale che mi impedisce il pensiero

Ogni parola diventa silenzio, i suoi occhi sono la Musica

È un tormento, io caduto, non appartengo al suo firmamento

Io non le son mai stato degno, io, titano nato dal laido fango!

Cerco di dimenticarla, lei è il mio opposto, una farfalla

Io devo, ora, seguire la mia strada, tra gli abbandonati

Dalla vita, e lì troverò, la vera mia compagna nella notte

Eterna, arrivo alla corte della regina dei dimenticati

I maledetti dal mondo, incatenati, sono al suo servizio

Tra i cancellati, massacrati, trovo veramente una famiglia

Come mai, vi trovai tanta affinità, sono miei fratelli

Non c'è dubbio, è la verità, e più il tempo passa, più nella Madre

Vedo, il mio sentiero, le sue parole son il mio pensiero

E in lei risuonava lo stesso credo, non volevo però crederlo

Io stesso, fin quando, come folgore dal Ciel, come tempesta tetra

Come dinamite, in fronte la notizia, sarei la sua delizia

Trafitto, pugnalato, torturato senza pietà da questa coscienza

L'immagine della donna celeste mi impediva una risposta

Io non posso, io non voglio, so che è un orrendo e folle sbaglio

Ho i miei valori, miei principi, che scoglio! Io non lascio

Vorrei gridare l'anima fino a perdere per sempre la parola

Perché mai dolore così grande ho provato nella mia vita

Che scelta piena di sangue O Fato, tu Fato che mi hai dannato

Poi ho pensato, avrei fatto un grande favor al soave angelo

Se questo caduto, l'avesse liberata dall'insulto ricevuto

Libera, Lei, un'altra via, così sia, le avrei reso la vita un'agonia

Pieno di lacrime, ferite, preda di panico, di disperazione

Di distruzione totale della mia anima, del mio volere

Mi decisi a perdere tutto, tutto ciò che per così tanto tempo

Avevamo costruito insieme, libera è dalle mie catene

Accettai quel che credetti fosse il mio fato a me fatale

Convinto ahi! questa fosse la mia destinazione naturale

Eppure il tormento sin dal primo momento, sin dal primo istante

La morte ha preso vita in questo nero cervello, duello continuo

Un martello che scolpiva la colpa, il fardello, tomba del coraggio

Camminai ore ai boschi per dimenticare terribil pensieri

Nei cammini solitari, forestieri, terreni sporchi e sinceri

Ma l'immensa malinconia non aveva fine, non aveva termine

Niente poteva fermare l'affanno del cuore a lungo ignorato

Lei, la Madre da subito sentì e disprezzò le mie emozioni

Da subito sapeva fossi ancora legato all'esser divino

Fin da subito sapeva che il mio cuore da lei era lontano

La madre con parole articolate provò sedurre lo spirito

E se forse anche aveva ragione, eppure, non aveva cuore

Suo disegno era avermi e formare l'unione perfetta

Felicità futura di spirti gemelli, paradiso in terra

L'amor non si può fabbricare, il sentimento non si può comprar

Non importa quanto abbiamo provato, il cor è sigillato

Il cor era di qualcuno, o dolor o delirio dell'amor

Ho perduto tutto, ho perduto tutto

Senza un motivo, condannato dal destino

Amore, amore, amore

Che ci fai solo pedine

Dei tuoi disegni assurdi

Che metti insieme due

Opposti così diversi

I tuoi disegni perversi

Che alimentano i versi

Come i fiori dalle piante

Mai stanche di far l'amore

E questo cuore che continua

Senza fermare a battere

Battere, forte come il peso

Di ogni pena di questa vita

Amore, Cupido che mi hai

Tradito, condannato ferito

Ora solo mi hai lasciato

Mi hai illuso con il manto

Di due donne e ora 

Mi condanni a una

Condizione peggiore

Della solitudine ovvero

L'inquietudine di amare

Chi, mai più, giustamente

Potrà più aprire l'anima

A questo maledetto

Questo viandante

Pe
r le vie del più basso

Abisso, questo serpente

Che da te in perenne

Sarà calpestato

Perché ti ha in eterno

Amato.

—IVAN CATANZARO 
22 maggio 2022, Brindisi

Cupido testo di Ivan Catanzaro
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